VIDEO (21 maggio 2016 si è svolta a Lodi presentazione libro)
archivio aminamundi/momenti della manifestazione/21 maggio 2016
"Un'ampia sezione del libro Un Palazzo una storia dai Sommariva ad oggi, è dedicata alla storia dell'immobile e soprattutto a quella di coloro che l'abitarono per una fase plurisecolare. Le sue vicende s'intrecciano con gli sviluppi della città in maniera quasi indissolubile, fino a costituire un tenace collante(...) Il libro dunque vuol ribadire. fissando l'obiettivo sulla concretezza di uno storico palazzo. la vocazione originale antica e nuova, proiettata verso il futuro attraverso sorprendenti dinamismi. di Banca Centropadana".
(Presidente Banca Centropadana - Avv. Serafino Bassanetti)
L'intervento di restauro va considerato, oggi come una riqualificazione urbana che, oltre a far conoscere "il Palazzo Sommariva Ghisi" quale edificio storico e parte integrante della storia della città di Lodi, ha sperimentato una nuova tipologia d'intervento
(Funzionario della Soprintendenza dei Beni Architettonici e per il Paesaggio - Arch. Francesco Paolo Chieca)
LODI - UN PALAZZO STORICO DI GRANDE FASCINO ARTISTICO E CULTURALE
dal libro: UN PALAZZO UNA STORIA dai Sommariva ad Oggi - ( B.ca Centropadana)
Un antico edificio, recuperato e predisposto a svolgere funzioni nevralgiche nell'economia e nella società attuali, suggerisce spunti per approfondire conoscenze in diversi settori e per ripensare ad aspetti della vita individuale e comunitaria durante periodo lontani e vicini. L'acquisto e la riqualificazione del palazzo Sommariva- Ghisi in Lodi, ad opera della Banca Centropadana di Credito Cooperativo, che vi collocherà la propria direzione generale, offre un'occasione propizia allo studio di tali argomenti. Non lasciarla sfuggire è lo scopo di questo volume UN PALAZZO UNA STORIA dai Sommariva ad oggi frutto di indagini in varie direzioni. Sembra naturale, già alla soglia del lavoro, avvertirne i limiti per quanto riguarda sia la scelta dell'oggetto, dimensionato sul caso singolo, sia il corredo documentario nonché le possibili inadeguatezze investigative ed espositive. E tuttavia il lavoro può dar inizio a riflessioni e sollecitare ulteriori approfondimenti presso chi vi si accosti.
Il palazzo, posto in un'arteria centrale del tessuto abitativo cittadino, corso Roma - Lodi, richiama in modo suggestivamente efficace, un passato ed un presente imperniati sulla rilevanza urbanistica e insieme culturale, nel senso più comprensivo del termine. Studiare e spiegare questi aspetti non risponde principalmente a scopi celebrativi o estetizzanti.
Vuol piuttosto far comprendere il valore di un immobile, legato ai ruoli specifici che assume nel corso del tempo, alle sue caratteristiche peculiari, alla muta e insieme eloquente attestazione delle tecniche impiegate, al lavoro delle maestranze, ai coinvolgimenti economici e politici, alla presenza di singolari personaggi. L'approccio del restauro né distruttivo né invasivo, ma in qualche misura creativo, lascia intravedere, nelle tracce lasciate, la continuità insieme alle intermittenze di una lunga e complessa avventura umana.
Tutto ciò vuol inserirsi in un filone di studi oramai robusto, naturalmente senza la pretesa di addurre apporti rimarchevoli. Per una veloce e impressionistica panoramica dell'interesse soprattutto scientifico che la tematica generale suscita, basti accennare, per l'Italia alla fondazione, datata nel 1996, della rivista "Archeologia dell'architettura" e, tra le non poche pubblicazioni in materia, il libro di Isabella Lazzarini "Gerarchie sociali e spazi urbani a Mantova dal Comune alla signoria gonzaghesca". Piccola biblioteca Gisem, Pisa 2004. Ma, allungando l'obiettivo, ci si imbatte in una ricca messe di contributi che con termine riassuntivo, si designa come Residenzforshungen. Anche qui non si può evitare l'imbarazzo della scelta, cominciando dall'opera, a più mani, curata da Patrick Boucheron e Jacques Chiffoleau, Les Palais dans la ville espace urbaines et lieux de la puissance publique dans la Méditerraneée médievale, Universitè de Lyon, 2004, passando al sempre valido Maurice W.Barley, Houses and History, Faber and Faber, London 1986, per giungere ad ottimi saggi attinenti le procedure da restauro, tra i quali piace ricordare Mary Gilliat, Grande rénovations: redonner la vie à des maisons anciennes, Hachette, Paris 2004, e, perché no? svoltare verso il curioso seducente volume di Jeannine Guichardel, Balzac archéologue de Paris, Sedes, Paris 1985.
Nessuna pretesa di misurarsi con queste esemplari trattazioni, ma solo l'idea di avviare a comprendere le caratteristiche e le tappe, a riguardare l'aspetto e i dipinti interni, attraverso opportune analisi e un corredo di fotografie, che abbellendo il volume, instaurano una comunicazione parallela alle analisi scritte, anch'esse sicuramente parlanti attraverso il fascino dlle immagini.
Ma per un invito ad affrontare la lettura, è utile una breve introduzione alla parte più corposa del libro. Com'è facile intuire, un palazzo non è una realtà immobile ed immutabile. Al suo sorgere e al suo mantenimento concorrono molti dinamismi; esso registra le fisionomie ideali di chi ne ha programmato e realizzato la costruzione, nonché i successivi inserimenti nelle vicende che la città attraversò lungo i secoli.
La doppia denominazione Sommariva, Ghisi aiuta ad immergersi in una lunga storia, Di qui l'ampia sezione dal titolo I Sommariva a Lodi, insieme al capitolo sui Ghisi e sull'oratorio dell'Assunta.
La prima dinastia rappresenta un caso singolare e, diremmo con abusato termine, emblematico, per la resa di una lunga durata. Attraversa infatti quasi tutta la storia di Lodi dopo la ricostruzione ad opera dell'Imperatore Federico I Barbarossa, ma possiede anche radici nell'antica Laus. Rappresenta un resistente filo conduttore cui riannodare eventi significativi, tali da rendere la tipicità di Lodi e, seppure in proporzioni minime, del Lodigiano.
Accompagnano e in parte tracciano il percorso di entrambe le realtà dal Medioevo, fino all'epoca moderna e oltre, quando la famiglia Ghisi intervenne ad esprimere, e anche, quantunque parzialmente, a guidare, l'ingresso nella contemporaneità. Si devono anche aggiungere i contatti con la così detta "grande storia". Pure qui è sufficiente ricordare il tante volte citato incontro, proprio nel nostro palazzo, tra Napoleone e Melzi d'Eril, una svolta nn solo simbolica nelle sorti dell'Europa, a inaugurare una nuova epoca.
Ma non mancano storie apparentemente minori. Come quella degli anonimi lodigiani che popolavano la città, la costruivano e l'animavano attorno ai protagonisti o deuteragonisti delle due famiglie. Ma soprattutto, più recentemente, quella della vita giovanile delle ragazze e dei ragazzi che hanno popolato il palazzo quando divenne oratorio, luogo di socializzazione religiosa ma anche civile, per il valore formativo ma anche per i legami creati dall'amicizia, dalla condivisione, dalla comune appartenenza. Vecchi e nuovi muri fanno riecheggiare, nella memoria di molti, soci che sembrano fievoli, ma ancora risuonano nei ricordi, con la gioia e la malinconia di anni difficili da dimenticare.
La Commissione preposta al giudizio valutativo sul ripristino del palazzo, ebbe a sottolineare come questo si trovi su corso Roma, asse storico della città "rappresentativo e commerciale, paesaggio lodigiano per eccellenza, contraltare meridionale del sistema rappresentato dalla piazza, dal municipio e dal duomo". Inoltre si premunita di indicare come lo stesso cortile dell'edificio si configuri come "piazza coperta, un vero e proprio attrattore distributivo e funzionale". Anche quest'ultima può interpretarsi alla stregua di un emblema. La piazza, in molte aree europee, costituisce il luogo dell'incontro e dello scambio, fisicamente spalancato, nella raggiera delle vie e nella funzione di richiamo all'esterno, sulle relazioni umane che generano sviluppo e progresso.
Prof. Annibale Zambarbieri
da Un Palazzo una storia dai Sommariva ad oggi