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Oggetto: |
Simenon qui e Simenon là.....bellissimo....ciao ciao |
Autore: |
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Data: |
18/03/2008 |
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IL TRENO nota di Raffaella Ravasi
La letteratura del '900 sarebbe meno ricca senza la piuma di Simenon: il papà dell’investigatore Maigret è senza dubbio uno dei più raffinati romanzieri del ‘900. Il treno, quasi un diario intimo, racconta la storia di Marcel durante la deportazione in un campo profughi a La Rochelle. - Simenon stesso, nel 1940 era stato responsabile di un campo profughi belgi proprio a La Rochelle. - La scrittura è veloce e coinvolgente, raffinata ed accattivante: il protagonista è travolto, durante il viaggio d’avvicendamento al campo, da una tempestosa avventura d’amore e di sesso mentre su di un altro convoglio viaggiano la moglie incinta e la figlioletta. L'amore inaspettato, vince la paura della morte, dell'incognito, del dubbio soffocante. "Mi ero forse sbagliato nel pensare che avevo un appuntamento con il destino?" si chiede Marcel. La passione è tutto, sconfigge le distanze, abbatte le barriere con la carica sensuale che caratterizza la scrittura di Simenon, così travolgente come in Tre camere a Manhattan che lo consacrò fra i grandi romanzieri della passione. Come un treno che passa, si ferma in una stazione e poi fischiando riparte, alla fine la normalità e la tranquillità ritornano, la vita riprende il suo corso. Restano in eredità al figlio maschio nato durante la deportazione queste pagine, fogli che non sappiamo se leggerà, pagine scritte e nascoste da Marcel, forse perché anche il padre più apparentemente normale, vorrebbe un giorno avere il coraggio di raccontare ai propri figli che è stato anche altro.
Il treno pubblicato per la prima volta nel 1961, nel 1973 è un film con Romy Schneider.
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