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IL BARDO DELLA NATURA
(tratto dal Bar-do' thos-grol) presentato da Sara Fabriano
autore: Lama Namkhai Norbu Rimpoce
Il Bardo della Natura o della Nascita è l'esperienza della così detta - visione karmica - è la nostra stessa vita completa di tutte le visioni inerenti alla nostra specifica condizione.
Inizia dal momento in cui siamo generati e cominciamo a percepire e finisce con la morte.
Quando si parla di trasmigrazione è importante ricordare che non si tratta di qualcosa al di fuori della nostra mente, non sono luoghi concreti o oggettivi.
dal Tantra "il re che tutto opera": La mente è il luogo della trasmigrazione e dell'Illuminazione. Perciò è necessario conoscere la mente.
In realtà il SAMSARA - trasmigrazione ed il NIRVANA - illuminazione e realizzazione - sono la nostra stessa mente e la nostra coscienza, la cui natura è pura dal principio e all'origine di entrambe.
Ostacoli provvisori oscurano la conoscenza e la consapevolezza dello Stato di purezza originaria, dando origine ad azioni e pensieri illusori creati dall'istinto delle passioni.
In questo modo si accumulano azioni positive e negative, che in seguito diverranno cause primarie. Ogni causa produce un effetto, e poichè si è condizionati da tale legge, si trasmigra continuamente da una condizione all'altra nelle sei sfere di esistenza.
Le sei passioni principali: ira-avarizia-ignoranza-orgoglio-gelosia ed egoismo sono le cause primarie delle visioni karmiche degli individui.
Più individui possono avere una visione comune, come quella umana ad esempio, questa visione collettiva è un Loka.
Secondo la tradizione tibetana i "loka" vengono descritti in questo ordine:
il primo è quello degli esseri infernali, causato dall'istinto dell'ira profonda.
Questa visione è descritta sia come un inferno in cui tutto è incandescente e dove qualsiasi cosa bruca come il fuoco più vivo e si è costretti per - eoni ed eoni - di tempo in questo mondo atroce senza alcuna possibilità di fuga. Oppure è un inferno freddo dove tutto è ghiacciato e neve, alla cui morsa non c'e' scampo. Nell'esperienza delle visioni del Bar-do il simbolo di questa condizione si manifesta attraverso una luce grigia, opaca e fumosa, contemporaneamente al sorgere della Luce della Saggezza dello Specchio.
La - seconda - dimensione degli spiriti affamati (sanc. preta - tib. yidwags) è causata dall'avidità e dall'ansia di possesso. I preta sono raffigurati come spiriti dalla pancia gonfia come una botte e dal collo sottilissimo , in cui tutto ciò che sia più grande di uno spillo non può passare, sono esseri sempre alla ricerca di cibo ma il cibo, appena raggiunto lo stomaco diventa un fuoco che brucia terribilmente. Nel Bar-do il simbolo di questa condizione si manifesta attraverso una luce giallo opaca, contemporaneamente al sorgere della brillante luce rossa della Saggezza Discriminante.
La terza sfera, quella brutale o animale è condizione dell'ignoranza. Il termine tibetano per animale è "dud'-gro" che significa coloro che vanno curvi. Gli esseri brutali sono esseri incapaci di espandersi e di evolversi secondo la propria coscienza. Nell'esperienza del Bar-do, il simbolo di questa condizione si manifesta sotto forma di una luce verde opaca, contemporaneamente al sorgere della brillante luce rossa della Saggezza Discriminante.
La condizione umana è causata dall'istinto, dall'orgoglio e dall'ossessivo desiderio di affermazione e successo. Nel Bar-do della terza sfera, il suo simbolo è costituito da una luce azzurra opaca che appare in corrispondenza del sorgere della luminosa luce gialla della Saggezza dell'Eguaglianza.
Nel - loka - degli dei gelosi - 4a sfera - (sancrito - asura) gli esseri sono condizionati dalla passione della gelosia. Gli asura sono immaginati come guerrieri sempre in lotta, sempre pronti a combattere e a litigare. la loro condizione nell'esperienza del Bar-do, si manifesta attraverso la simbolica, tenue luce rossa che sorge, contemporaneamente a quella verde smagliante della Saggezza delle Azioni Perfettamente Compiute.
Viene infine la sesta sfera degli dei condizionati dal piacere, dal senso estetico completamente concentrati sulla propria individualità, sul proprio ego. Il simbolo di questa sfera si manifesta attraverso una luce bianca e pallida in corrispondenza del sorgere della brillante luce azzurra della Saggezza del Dharamath Itu.
Il vagare dall'una all'altra di queste sfere è chiamato trasmigrazione.
Quando non si è consapevoli che la propria mente è la causa di tutta questa sofferenza si è distratti. Si vive in una condizione di dualismo. Aumentano gli ostacoli e gli errori, ed a condizione dell'ignoranza si stabilisce sempre in modo più radicale.
Anche l'Illuminazione e realizzazione, la condizione pura è la nostra stessa mente. Non esiste per la natura della mente, che è lo Stato della Conoscenza dell'individuo, qualcosa di esterno che prenda il nome di realizzazione.
L'Illuminazione non è come una fascio di luce che arriva dal di fuori perché lo Stato della Coscienza dell'individuo è puro dal principio . eternamente originale.
Se si vive in questa condizione e non ci si distrae, si possono superare tutti gli ostacoli e gli errori e, la condizione originaria può manifestarsi. Vivere in questo Stato, senza distrarsi, è Nirvana.
Il Nirvana non va oltre la mente.
La nostra mente è la base della trasmigrazione e dell'illuminazione.
Oltre la mente non esistono ne - Samsāra ne Nirvāna.
Sia le visioni del mondo esterno, cioè le cose concrete, sia quelle del mondo interno, cioè i nostri pensieri e sentimenti sono visioni illusorie provenienti dal nostro attaccamento.
"Illusorio significa che tutte le cose viventi sono relative alla nostra specifica condizione e che non esiste qualcosa di oggettivamente concreto e reale". Per esempio secondo la comune visione umana la madreperla è bianca ma, per un uomo con la vista malata potrebbe sembrare gialla perchè questi è condizionato dalla sua malattia. ed è quindi reale, per lui affermare che la madreperla sia gialla.
GLi esseri hanno visioni diverse a seconda delle diverse cause "karmike".
Per spiegarlo si racconta questo aneddoto: un giorno nei pressi di un fiume si incontrarono i rappresentanti dei sei loka. Pur essendo tutti nello stesso luogo, ognuno di essi vedeva una cosa diversa, per via delle diverse cause Karmiche. Il rappresentante degli esseri infernali, vedeva fiamme e del ghiaccio, lo spirito affamato vedeva sangue al posto dell'acqua, i pesci che rappresentavano gli animali venivano visti come proprietà dall'egoista ed il dio geloso vedeva l'acqua come una campo di battaglia invece la divinità orgogliosa, un paradiso luminoso di nettare nel quale potersi affermare.
Superare la trasmigrazione ed eliminare gli ostacoli vuol dire realizzare l'essenza della propria mente. E per farlo è necessario utilizzare le opportunità della vita e prepararsi al Bar-do che segue il momento della morte.
Il Tantra del Suono che passa attraverso tutte le cose ed il Tantra della Grande Segreta Unione del Sole e della Luna affermano chiaramente che:
nella vita bisogna prepararsi
come fa una rondine che deve prepararsi il suo nido
non lo fa per terra o sull'acqua e in qualsiasi altro luogo non sicuro
ma lo fa, bene nascosto
in modo che possa sempre ritrovarlo
e che niente possa distruggerlo.
Durante la vita, attraverso lo studio e la meditazione si approfondisce la propria pratica.
Ci si sforza di padroneggiarla e di dissipare qualunque dubbio in modo da poter ritrovare l'esperienza della meditazione fatta in vita, nel momento di angoscia e di smarrimento della morte e giungere così alla liberazione.
L'aiuto di un maestro è veramente essenziale perchè egli, attraverso vari metodi, introduce l'individuo alla conoscenza dello Stato puro e primordiale della Coscienza: è uno strumento per conoscere se stessi, per conoscere la propria natura.
L'introduzione ricevuta dal maestro sarà comunque utile al momento della morte anche a quelle persone che non sono riuscite a mettere in pratica gli insegnamenti durante la vita. In quel momento, secondo i Tantra, l'individuo possiede una chiarezza nove volte maggiore perchè la coscienza non è condizionata da tutti gli ostacoli materiali, può perciò mettere in pratica più facilmente i consigli ricevuti e riconoscere tutte le visioni che appaiono come manifestazioni della propria natura.
Questo testo fa parte dell'Autoliberazione dell'Udire (tibetano Bar-do' thos-grol) appartiene ad una serie di testi composti da Padamsambhava famoso maestro dell'Uddiy che si intitola "Profonda dottrina dell' autoliberazione mediante il riconoscimento delle divinità pacifiche e feroci della propria mente"testo che egli stesso avrebbe nascosto nei pressi della montagna Gampodar - vicino al fiume Yang-ze, nell'VII secolo D.C.
Il testo è entrato a far parte della tradizione rNying-, ossia una delle 4 principali scuole del Buddhismo che si chiamano: bKa'-brgyud, rNying, Sa.skya e dGe-lugs.
/per aminamundi 1 sett.2015
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