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OSCAR WILDE
ed il ritratto di Dorian Gray
chi è Dorian?
Oscar Wilde è nato a Dublino nel 1854. Poeta, romanziere commediografo è senz’altro il più importante scrittore dell’epoca vittoriana. Nel 1895, al culmine della sua fama. fu condannato per omosessualità a due anni di carcere duro. Morì il 30 novembre 1900 di meningite in una squallida stanza d’albergo. Prima di morire si convertì alla religione cattolica a tale riguardo scrisse Joyce in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Piccolo della Sera di Trieste in data 24 marzo 1909:
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Dopo aver schernito gli idoli del foro, piegò il ginocchio, essendo compassionevole e triste, fu un giorno cantore della divinità della gioia; e chiuse il capitolo della ribellione del suo spirito con un atto di dedizione spirituale.
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Innocente o colpevole che fosse delle accuse mossegli, era indubbiamente un capro espiatorio.
La sua maggior colpa era quella di aver provocato uno scandalo in Inghilterra; ed è ben noto che l’autorità inglese fece il possibile per indurlo a fuggire prima di spiccare contro di lui un mandato di cattura.
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Si illuse credendosi il portatore della buona novella di un neopaganesimo alle genti travagliate. Mise tutte le sue qualità caratteristiche, le qualità della sua razza, l’arguzia, l’impulso generoso, l’intelletto asessuale al servizio di una teoria del bello che doveva, secondo lui, riportare l’evo d’oro e la gioia della gioventù del mondo. ma in fondo, in fondo, se qualche verità si stacca dalle sue interpretazioni soggettive di Aristotele, dal suo pensiero irrequieto che procede per sofismi e non per sillogismi, dalle sue assimilazioni di altre nature, aliene dalla sua, come quelle del delinquente e dell’umile, è questa verità inerente nell’anima del cattolicesimo; che l’uomo non può arrivare al cuor divino se non attraverso quel senso di separazione e di perdita che si chiama peccato.
Nell’ultimo suo libro De Profundis, si inchina davanti ad un Cristo gnostico, risorto dalle pagine apocrife della Casa dei melograni (*) ed allora la sua vera anima, tremula, timide e rattristata, traluce attraverso il manto di Eliogabalo. La sua leggenda fantastica, l’opera sua, una variazione polifonica sui rapporti fra l’arte e la natura anziché una rivelazione della sua psiche, i libri dorati, scintillanti di quelle frasi epigrammatiche che lo resero, agli occhi di alcuno, il più arguto parlatore del secolo scorso, sono oramai un bottino diviso. Un versetto del libro di Giobbe è inciso sulla sua pietra sepolcrale nel povero cimitero di Bagneux. Loda la sua facondia, eloquium suum, il gran manto leggendario che è ormai un bottino diviso. Il futuro potrà forse scolpire la un altro verso, meno altiero, più pietoso: partiti sunt sibi vestimenta mea et super vestem meam miserunt sortes.
(James Joyce)
(*) Una casa di melograni (fiaba di Oscar Wilde pubblicata nel 1891
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Le principali opere di O.Wilde:
Poesie /1881 – Le commedie: Vera e i nichilisti /1880 - La Duchessa di Padova/ rappresentata a New York nel 1891 senza alcun successo – scrisse nel 1891 i fortunati racconti riuniti in un unico titolo: Il delitto di Lord Arthur Savile e altri racconti ed alcune fiabe: Il principe felice ed altri racconti/1891 – Una casa di melograni/1891 Sempre nel 1891 Wilde pubblicò il suo romanzo più famoso Il ritratto di Dorian Gray oggetto di critiche puritane che portarono l’autore sulla via dello scandalo con il conseguente imprigionamento in un carcere con l’accusa di oscenità e omosessualità che a quell’epoca era una grave colpa.
Prima del carcere Wilde conobbe il successo con le commedie: Il ventaglio di Lady Windermere/1893 – Una donna senza importanza/1894 – Un marito ideale/1895 opere con le quali Wilde troverà popolarità e familiarità con Sardou e Dumas figlio.
Un’altra importante commedia Salomè (commedia scritta in francese e proibita dalla censura britannica) fu rappresentata per la prima volta, a Parigi nel 1896. Nel 1895 Wilde pubblicò il suo romanzo ritenuti da molti critici il suo capolavoro dal titolo: L’importanza di chiamarsi Ernesto
Meno noti ma interessanti per comprendere lo spirito estetico di Oscar Wilde alcuni suoi saggi raccolti in un volume intitolato: Intentions (Intenzioni) pubblicato nel 1891 tra i saggi contenuti nel volume: La decadenza del mentire – L’anima dell’uomo sotto il socialismo (si rifaceva a Ruskin e W.Morris si ricorda che Ruskin fu professore di Oscar Wilde all’Università di Oxford) Il critico come artistica. I saggi di O.Wilde pubblicati nel 1991 in Inghilterra resero popolare lo spirito decadente ed il simbolismo estetizzante di Wilde che si rifaceva all’autore francese Huysmans.
De Profundis è l’ultimo racconto-lettera di Wilde dedicato all’amico Lord Alfred Douglas ritenuto dall’artista, l’artefice della sua rovina. La lettera De Profundis con spunti anche mistici fu pubblicata integralmente nel 1959, circa cinquant’anni dopo la sua composizione.
La Ballata del carcere di Reading Gaol rappresenta infine, l’opera di Wilde scritta in versi e con spunti popolareschi, uscì inizialmente anonima.
Fra gli studi critici esistono numerose monografie (spesso dissertazioni) accademiche; molti saggi si trovano riuniti a cura di Richard Ellmann in - Oscar Wilde; A Collection of Critical essays Englewood Cliffs – N:J.,1969 - con giudizi critici di: Yeats, Gide, Pater, Joyce, Shaw, Borges, ecc.
Interessante anche il saggio di A.Lombardo - la Poesia inglese dall’estetismo al simbolismo – Roma 1955.
Tra le traduzioni italiane si ricordano le più datate:
Doriano Gray dipinto a cura di B. Chiaria – Palermo – Il ritratto di Doriano Gray Remo Sandron 1911 /Aforismi di Sebastiano Melimoth a cura di B. Chiaria – Lanciano/1913 – Intenzioni/Milano 1938 –
The artist is the creator of beautiful things.
To reveal art and conceal the artist is art’s aim.
Those who find ugly meanings in beautiful things are corrupt without being charming. This is a fault.
Those who find beautiful meanings in beautiful things are the cultivated. For these there Is hope.
The nineteenth century dislike of Romanticism is the rage of Caliban not seeing his own face in a glass
Thought and language are to the artist instruments of an art.
Vice e virtue are to the artist materials for an art.
(Oscar Wilde)
L’artista è il creatore di cose belle.
Rivelare l’arte e celare l’artista è la meta dell’arte.
Coloro che trovano nelle cose belle significati brutti sono corrotti senza essere attraenti. Questo è una colpa.
Coloro che trovano nelle cose belle significati belli sono colti. Per loro c’e’ speranza.
L’antipatia del XIX secolo verso il Romanticismo è la rabbia di Calibano (*) che non vede nello specchio il proprio volto.
Pensiero e linguaggio sono per l’artista strumenti di un arte.
Vizio e virtù sono per l’artista materiale di un’arte.
(*) Caliban è un personaggio shakespeariano presente nell’opera teatrale in cinque atti, La Tempesta.
segue una
Prospero (a Caliban) E ha un animo deforme proprio come il suo aspetto. Vai mascalzone, và nella mia grotta. E porta anche i tuoi soci, sistemali per bene. Se ti preme di avere il mio perdono.
Caliban (a Prospero) Si, lo faccio; da adesso sarò saggio. Così da riottenere il tuo favore. Che triplice somaro sono stato: Prendere per un dio questo ubriacone. E venerare quel pezzo di scemo
(La Tempesta – atto V sc,1)
Sara Fabbriano, Miriam BInda, Davide Maschieri - settembre 2010

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